Nvidia, OpenAI e la bolla dell’intelligenza artificiale - Wired
Azioni in calo, rischio bancarotta e progressi più lenti del previsto: il mondo della tecnologia inizia a fare i conti con le sue eccessive aspettative ed euforia
Nelle ultime settimane, i timori che da qualche tempo si stanno addensando sul futuro dell’intelligenza artificiale hanno avuto le prime conferme. Prima c’è stato il caso di Nvidia (società leader nella produzione dei chip impiegati da tutte le realtà del settore), le cui azioni sono nuovamente crollate all’inizio di settembre, facendo segnare un meno 25% rispetto ai massimi di giugno.
Per quanto una correzione del valore di Nvidia fosse inevitabile dopo il boom degli scorsi mesi – e nonostante la miccia che ha provocato il calo improvviso sia stata la notizia che l’antitrust statunitense potrebbe mettere il colosso fondato da Jensen Huang sotto indagine – quanto avvenuto ha ridato fiato a chi pensa non solo che Nvidia abbia una valutazione eccessiva (al momento è la terza società al mondo per valore di mercato, pari a 2.600 miliardi di dollari), ma che tutto il settore dell’intelligenza artificiale stia affrontando le fasi che precedono lo scoppio di una bolla finanziaria.
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